9 febbraio 2007

Sgrena e Calipari : Obiettivi Sensibili


Calipari era contrario alla linea Usa nelle trattative. La Sgrena indagava sull'uso di armi illecite da parte degli statunitensi. Il “tragico incidente” ha le caratteristiche di un agguato. Al momento della sparatoria Calipari era al telefono coi vertici dello Stato. I telefoni di Calipari scompaiono per qualche giorno. Troppe stranezze nella vicenda che ha coinvolto gli italiani in Iraq.
L'ipotesi del tragico incidente avanzata dagli USA ha cominciato a vacillare quando Giuliana Sgrena ha raccontato la sua verità. L'avvertimento dei suoi stessi rapitori (“Attenta…gli americani non vogliono che torni”) si è rivelato più che fondato. Giuliana Sgrena e Nicola Calidari hanno subito un vero e proprio agguato. Ma perché?
Obiettivo: Nicola Calipari
Nicola Calipari era un agente molto esperto. Aveva moltissimi contatti tra le bande di rapitori in Iraq e una grande esperienza nella mediazione, nella trattativa con terroristi o chi per loro. La sua esperienza era fuori discussione, aveva già contribuito a salvare decine di ostaggi.
Perché gli ostaggi italiani vengono liberati in numero molto più sostanzioso rispetto agli americani? Perché il governo italiano è disposto a pagare. Le due Simone sono state liberate dietro compenso, e non solo loro. Linea morbida, dunque. Purché gli ostaggi restino in vita e tornino a casa sani e salvi.
Gli USA hanno scelto invece tutta un'altra linea: non si tratta con i terroristi. "Linea dura" senza se e senza ma. Le modalità di trattativa italiane arrivano ad interessare il regime di Bush nel momento in cui i media americani evidenziano questa disparità, dovendo essere costretti sempre a parlare di liberazioni di italiani e decapitazioni di americani. Per l'opinione pubblica e l'appoggio internazionale alla guerra, questa disparità significa un vero e proprio ostacolo anche in prospettiva di altre guerre nella zona mediorientale.
Come abbiamo già detto, l'uomo che più di ogni altro contribuiva al buon funzionamento della "linea morbida" italiana era Nicola Calipari. I suoi telefonini erano ricchissimi di contatti.
Quale sia stato l'ordine impartito ai marines di Baghdad non possiamo saperlo. Certo è che Calipari era un obiettivo sensibile. L'uomo che faceva la differenza tra due modi diversi di gestire una situazione di guerra.
Obiettivo: Giuliana Sgrena
Da qualche tempo Giuliana Sgrena si trovava in Iraq per indagare. Quelle buche incredibilmente grandi nel suolo di Falluja facevano pensare all'uso di bome al napalm, come quelle usate dagli americani in Vietnam. Stava indagando con precisione, intervistando anche la martoriata popolazione di Falluja. Gli abitanti del villaggio di Saqlawiya (vicino Falluja) raccontano di aver seppellito molti cadaveri completamente carbonizzati.
Il dottor Khalid ash-Shaykhili parla di totale distruzione dell'ambiente, di uso di sostanze chimiche e gas tossici. Le prove dell'utilizzo degli americani di sostanze illecite ci sono eccome.
D'altronde prendere la roccaforte sannita era un obiettivo importante per gli USA. Sarebbero stati disposti a tutto pur di raggiungere l'obiettivo. È la guerra.
Un'indagine scomoda, dunque, quella di Giuliana Sgrena. Pochi hanno parlato di "uso di armi illecite": tra questi c'è però una deputata del partito laburista inglese, che dichiara "Visto che abbiamo la possibilità di fare domande, ma non ci viene permesso di aprire una discussione, voglio dire che questa guerra è illegale. Perché non ci sono più immagini di persone che vivono a Falluja? Che tipo di armi sono state usate?".
E in effetti, immagini di Falluja non se ne hanno più. Sarà perché ci sono ancora cadaveri a cielo aperto, sarà perché gli americani stanno ricoprendo tutte quelle grosse buche nel terreno.
Alla luce di questo, quella frase dei rapitori assume tutto un altro significato: "Gli americani non vogliono che torni".
L'agguato
Mentre si dirigevano verso l'aeroporto, i tre (c'era anche un "terzo uomo" ) erano in contatto telefonico satellitare ( si badi al particolare ) con Palazzo Chigi. Al momento della sparatoria, i telefoni erano accesi e in contatto diretto coi vertici dello Stato italiano. Si sono sentiti gli spari. Calipari viene ucciso, gli altri due feriti. Poi gli americani si accorgono dei telefoni accesi e salta tutto il piano. A quel punto si può fare ben poco. Fatto sta che scompaiono per un po' di tempo: la macchina crivellata di colpi, i telefoni di Calipari e le armi degli italiani. Ricompaiono un po' di tempo dopo. Gli inquirenti dovranno tenere conto anche della possibilità di inquinamento delle prove. Resto sempre della mia opinione, il Cermis forse è un acronimo, Nicola Calipari é solo un morto.

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